mercoledì 6 ottobre 2010
Colombia's President Juan Manuel Santos shakes hands with Yolande Mukagasana, survivor of the Rwanda's 1994 genocide at the presidentia
AP - lunes, 27 de septiembre, 22.04 Colombia's President Juan Manuel Santos, left, shakes hands with Yolande Mukagasana, survivor of the Rwanda's 1994 genocide at the presidential palace in Bogota, Colombia, Monday, Sept. 27, 2010. Mukagasana was invited as a special guest to a ceremony in which Santos proposed a law that will benefit victims of Colombia's long-running conflict with the Revolutionary Armed Forces of Colombia, or FARC, including peasants stripped of land. (AP Photo/Fernando Vergara)
martedì 27 aprile 2010
"Schindler di Mestre" candidato al Nobel Salvò 2mila vite dal genocidio in Ruanda
Pierantonio Costa, imprenditore ed ex diplomatico,
nominato al premio per la Pace: nel '94 aiutò tanti africani
MESTRE (23 aprile) - Sedici anni fa riuscì a salvare duemila persone durante il genocidio in Ruanda, con oltre 800mila morti una delle pagine più sanguinose del XX secolo. Grazie al suo ruolo diplomatico (come console onorario d’Italia) fece la spola tra Ruanda e Burundi mettendo in salvo quanta più gente poteva.
Pierantonio Costa è nato a Mestre, ha 71 anni e oggi, per lo straordinario impegno di sedici anni fa, viene candidato al Nobel per la Pace. Lo "Schindler di Mestre" è nato in via Circonvallazione 2, dove è vissuto fino ai dieci anni. Abitava in una casa a tre piani con un enorme giardino che arrivava fino al fiume Marzenego. Ora la casa è ancora lì. Al posto del giardino negli anni del boom sono spuntati due palazzoni.
«L'ultima volta che sono passato di lì - racconta Costa - fu due anni fa, non mi sono fermato ma mi è bastato per realizzare come tutto sia cambiato». Dall'infanzia - fra via Circonvallazione, penultimo di sette fratelli, e le elementari alla Edmondo De Amicis,- la sua vita ha fatto un giro enorme e il suo mondo, da quando aveva quindici anni, è stato in Africa.
Al «continente nero» deve tutto, le più grandi gioie e soddisfazioni (la sua fortuna come imprenditore, il matrimonio con Mariann da cui avrà tre figli, l'incarico di console onorario) ma anche il più grande dolore. In Ruanda, nel genocidio degli anni Novanta, ha visto morire migliaia di persone, ma ne ha salvate duemila rischiando in prima persona. Pierantonio Costa, ora è uno dei candidati al premio Nobel per la Pace: la proposta è stata avanzata dall’onlus "Bene Rwanda". «Ne sono stupito e felicissimo, ma mi preme ricordare che condivido questa candidatura con altre due persone (le ruandesi Zura Karuhimbi e Yolande Mukagasana, come si legge anche nel sito web "nobelrwandasrighteous") che in quel periodo si sono spese moltissimo per portare aiuto - racconta dal Belgio dove si rifugia quando vuole staccare la spina - Dovessi vincere il Nobel, darò tutto il denaro alle associazioni ruandesi; sono orgoglioso di questa segnalazione, ringrazio quanti in Ruanda hanno proposto il mio nome».
Oggi il paese vive un momento tranquillo, ma il sangue versato, la violenza, i morti passati sotto i suoi occhi è impossibile dimenticarli. La sua testimonianza è stata tutta affidata a un libro - "La lista del console", edito nel 2004 - ma confessa di non parlarne volentieri: «Ogni volta che mi capita o mi chiedono di ricordare quel periodo, poi mi servono almeno due giorni per riprendermi». Nei tre mesi del genocidio, tra aprile e luglio del 1994, Costa ha portato in salvo prima gli italiani e gli occidentali e poi la popolazione locale. Spola continua fra Burundi e Ruanda usando della la rappresentanza diplomatica, della sua rete di conoscenze. E il suo denaro per ottenere visti di uscita dal Paese per tutti coloro che gli chiedevano aiuto.
Agendo con la Croce Rossa e alcune Ong, ha perso gran parte della sua fortuna economica, ma ha salvato duemila persone. Oggi, a 71 anni e una candidatura al Nobel per la Pace, continua nella sua attività di imprenditore - anche se è il primogenito Olivier a organizzare le imprese di famiglia - e si divide fra il Ruanda e Bruxelles meditando se tornare, un giorno, in Italia. «Tornare a Mestre? No, sono passati troppi anni, non conosco più nessuno. Forse a Montebello Vicentino, dove è nato mio padre».
(Fonte: ilGazzettino.it)
MESTRE (23 aprile) - Sedici anni fa riuscì a salvare duemila persone durante il genocidio in Ruanda, con oltre 800mila morti una delle pagine più sanguinose del XX secolo. Grazie al suo ruolo diplomatico (come console onorario d’Italia) fece la spola tra Ruanda e Burundi mettendo in salvo quanta più gente poteva.
Pierantonio Costa è nato a Mestre, ha 71 anni e oggi, per lo straordinario impegno di sedici anni fa, viene candidato al Nobel per la Pace. Lo "Schindler di Mestre" è nato in via Circonvallazione 2, dove è vissuto fino ai dieci anni. Abitava in una casa a tre piani con un enorme giardino che arrivava fino al fiume Marzenego. Ora la casa è ancora lì. Al posto del giardino negli anni del boom sono spuntati due palazzoni.
«L'ultima volta che sono passato di lì - racconta Costa - fu due anni fa, non mi sono fermato ma mi è bastato per realizzare come tutto sia cambiato». Dall'infanzia - fra via Circonvallazione, penultimo di sette fratelli, e le elementari alla Edmondo De Amicis,- la sua vita ha fatto un giro enorme e il suo mondo, da quando aveva quindici anni, è stato in Africa.
Al «continente nero» deve tutto, le più grandi gioie e soddisfazioni (la sua fortuna come imprenditore, il matrimonio con Mariann da cui avrà tre figli, l'incarico di console onorario) ma anche il più grande dolore. In Ruanda, nel genocidio degli anni Novanta, ha visto morire migliaia di persone, ma ne ha salvate duemila rischiando in prima persona. Pierantonio Costa, ora è uno dei candidati al premio Nobel per la Pace: la proposta è stata avanzata dall’onlus "Bene Rwanda". «Ne sono stupito e felicissimo, ma mi preme ricordare che condivido questa candidatura con altre due persone (le ruandesi Zura Karuhimbi e Yolande Mukagasana, come si legge anche nel sito web "nobelrwandasrighteous") che in quel periodo si sono spese moltissimo per portare aiuto - racconta dal Belgio dove si rifugia quando vuole staccare la spina - Dovessi vincere il Nobel, darò tutto il denaro alle associazioni ruandesi; sono orgoglioso di questa segnalazione, ringrazio quanti in Ruanda hanno proposto il mio nome».
Oggi il paese vive un momento tranquillo, ma il sangue versato, la violenza, i morti passati sotto i suoi occhi è impossibile dimenticarli. La sua testimonianza è stata tutta affidata a un libro - "La lista del console", edito nel 2004 - ma confessa di non parlarne volentieri: «Ogni volta che mi capita o mi chiedono di ricordare quel periodo, poi mi servono almeno due giorni per riprendermi». Nei tre mesi del genocidio, tra aprile e luglio del 1994, Costa ha portato in salvo prima gli italiani e gli occidentali e poi la popolazione locale. Spola continua fra Burundi e Ruanda usando della la rappresentanza diplomatica, della sua rete di conoscenze. E il suo denaro per ottenere visti di uscita dal Paese per tutti coloro che gli chiedevano aiuto.
Agendo con la Croce Rossa e alcune Ong, ha perso gran parte della sua fortuna economica, ma ha salvato duemila persone. Oggi, a 71 anni e una candidatura al Nobel per la Pace, continua nella sua attività di imprenditore - anche se è il primogenito Olivier a organizzare le imprese di famiglia - e si divide fra il Ruanda e Bruxelles meditando se tornare, un giorno, in Italia. «Tornare a Mestre? No, sono passati troppi anni, non conosco più nessuno. Forse a Montebello Vicentino, dove è nato mio padre».
(Fonte: ilGazzettino.it)
giovedì 22 aprile 2010
Un messaggio per Pierantonio Costa
Egregio Sig. Costa Pierantonio,
mi chiamo Fabrizio, e giusto ieri pomeriggio ho avuto la possibilità di vedere un servizio della RAI che ha raccontato la sua storia.
Sono rimasto colpito, meravigliato, entusiasta ... di quello che lei ha fatto quando è stato console in Ruanda.
Non pensavo che oggi, in un mondo così futile e pieno di vuoto, potessero esserci ancora persone come lei.
Nella sua intervista mi ha colpito la semplicità con la quale ha deciso di aiutare quelle persone in difficoltà.... anzi in pericolo di vita.
Non tutti sarebbero riusciti a prendere la stessa decisione.
Non tutti avrebbero messo a rischio, ogni giorno, la propria vita per gli altri.
Non tutti l'avrebbero fatto gratuitamente.
Lei è un esempio di ideale che oggi non esiste più.
Grazie.
Fabrizio BORRELLI
mi chiamo Fabrizio, e giusto ieri pomeriggio ho avuto la possibilità di vedere un servizio della RAI che ha raccontato la sua storia.
Sono rimasto colpito, meravigliato, entusiasta ... di quello che lei ha fatto quando è stato console in Ruanda.
Non pensavo che oggi, in un mondo così futile e pieno di vuoto, potessero esserci ancora persone come lei.
Nella sua intervista mi ha colpito la semplicità con la quale ha deciso di aiutare quelle persone in difficoltà.... anzi in pericolo di vita.
Non tutti sarebbero riusciti a prendere la stessa decisione.
Non tutti avrebbero messo a rischio, ogni giorno, la propria vita per gli altri.
Non tutti l'avrebbero fatto gratuitamente.
Lei è un esempio di ideale che oggi non esiste più.
Grazie.
Fabrizio BORRELLI
domenica 15 novembre 2009
THE GARDEN OF THE RIGHTEOUS IN PADOVA/4
by David Monticelli
President Peace Culture!
English translation by Michela Moroni
After the opening, we moved to the upper part of the park, near to the bank, and the honour ceremonies began. The ceremony is divides into four phases:
1. a student of Padua schools reads on the microphone the reasons of the prize;
2. after reading the reasons, the Righteous (or one of his/her relatives) makes a speech to the presents;
3. afterwards, he/she unveils the stele in his/her honour;
4. and, at the end, the student and the Righteous plant the tree dedicated to him/her.
The first one who received the prize has been our Zura Karuhimbi who, during Rwanda genocide, heedless of the risks and the threats she was personally facing, hosted in her house many Ruandese people of the Tutsi ethnic group, feeding them and rescuing them from a certain death by the Interhamwe extremist troops. In front of a wide public, of photographers and cameramen and a touched Jacqueline Mukansonera, Zura has unveiled the stele in her honour, has planted her tree (an olive tree) and has talked to people, touching the heart of all presents.
(to be continued in the next episode)
President Peace Culture!
English translation by Michela Moroni
After the opening, we moved to the upper part of the park, near to the bank, and the honour ceremonies began. The ceremony is divides into four phases:
1. a student of Padua schools reads on the microphone the reasons of the prize;
2. after reading the reasons, the Righteous (or one of his/her relatives) makes a speech to the presents;
3. afterwards, he/she unveils the stele in his/her honour;
4. and, at the end, the student and the Righteous plant the tree dedicated to him/her.
The first one who received the prize has been our Zura Karuhimbi who, during Rwanda genocide, heedless of the risks and the threats she was personally facing, hosted in her house many Ruandese people of the Tutsi ethnic group, feeding them and rescuing them from a certain death by the Interhamwe extremist troops. In front of a wide public, of photographers and cameramen and a touched Jacqueline Mukansonera, Zura has unveiled the stele in her honour, has planted her tree (an olive tree) and has talked to people, touching the heart of all presents.
(to be continued in the next episode)
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giovedì 5 novembre 2009
THE GARDEN OF THE RIGHTEOUS IN PADOVA/3
by David Monticelli
President Peace Culture!
English translation by Michela Moroni
2009 ceremony in honour of the Righteous has been opened on the steps, in the presence of the town gonfalon, by the town mayor, Mr. Flavio Zanonato and by Prof. Giuliano Pisani, in the presence of the Righteous and their relatives. Melodies echoed in the air, diffused by loudspeakers put in every corner of the park, by the Chorus of Treble Voices Cesare Pollini and by the Iris Ensemble Chorus, directed by Marina Malavasi, with the musical accompaniment of Alessandro Kirschner. Several medias were present: besides Beppe Grillo’s blog, there were RAI and the Turkish channel DHA.
President Peace Culture!
English translation by Michela Moroni
The iron wall divides the Garden into two parts: on the left, a plane portion, with metal sculptures and, on one end, some steps that bring to the Bacchiglione bank; on the right, a portion that gradually goes up to the same bank, along which the Righteous trees are planted.
2009 ceremony in honour of the Righteous has been opened on the steps, in the presence of the town gonfalon, by the town mayor, Mr. Flavio Zanonato and by Prof. Giuliano Pisani, in the presence of the Righteous and their relatives. Melodies echoed in the air, diffused by loudspeakers put in every corner of the park, by the Chorus of Treble Voices Cesare Pollini and by the Iris Ensemble Chorus, directed by Marina Malavasi, with the musical accompaniment of Alessandro Kirschner. Several medias were present: besides Beppe Grillo’s blog, there were RAI and the Turkish channel DHA.
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domenica 1 novembre 2009
THE GARDEN OF THE RIGHTEOUS IN PADOVA/2
President Peace Culture!
English translation by Michela Moroni
....there were Ivanka Sukur, a woman who lost her husband during Sarajevo siege, during the Balkans war, and Elvis, the one year and a half old child (he’s now a young boy aged 17), who was rescued from certain death by Ivanka in 1993, in Bosnia-Herzegovina. There were also all the other personalities, of whom I will tell you later on.
The ceremony in honour of the Righteous was foreseen for Sunday morning, at around 11.30. But on Saturday, we agreed with Filippo Pittarello, who’s a member of Beppe Grillo’s staff, to make an interview for the blog, in front of the basilica of Saint Anthony of Padua. Therefore, around 10, we went “in front of the Saint” (as they say in Padua) and we made the interview, that will be issued in the next days on Beppe Grillo’s blog, the more visited site in Italy and the seventh more visited site in the world! http://www.beppegrillo.it/ .
At 11, we went to the Garden of the Righteous, which is in Via Forcellini. The site that hosts the Garden of the Righteous Worldwide borders on a bank. The Garden will continue along this bank and, following the natural course of the river Bacchiglione, it will reach the Adriatic Sea, creating a kind of Righteous Path. At the entrance of the Garden, there’s an iron wall, where this inscription stands out: “You can always say Yes or No”. On the other side of the road, the Internment Museum and the Unknown Prisoner Temple stand out. By the position of these two monuments, Padua wants to remember the victims of lagers and concentration camps on one hand and, on the other, people who, in the horror of genocides, have made a choice: they saved human lives instead of killing them, they said yes to non-violence and no to violence, they said yes to the courage and the dignity of good and no to the banality of evil.
(to be continued in the next episode)
martedì 27 ottobre 2009
THE GARDEN OF THE RIGHTEOUS IN PADOVA/1
by David Monticelli
President Peace Culture!
(English translation by Michela Moroni)
Dear friends,
last Sunday, October the 18th, myself, on behalf of the Association Peace Culture!, and Françoise Kankindi and Eric Wibabara (with their little son Alain) for the association Bene-Rwanda, we had the chance to participate to a very important and touching event, organized by the Garden of the Righteous Worldwide in Padua, a park created in 2008 in Padua, to honor people - the "Righteous" - who opposed themselves to genocides. (http://it.wikipedia.org/wiki/Giardino_dei_Giusti_del_Mondo)
Among the Righteous who received the prize this year, there was Zura Karuhimbi (our candidate to the Peace Nobel Prize 2010, together with Yolande Mukagasana and Pierantonio Costa) and Jacqueline Mukansonera, the woman who saved Yolande during the genocide in 1994. It was this year the second edition.
Since Saturday afternoon, we've been hosted by Prof. Giuliano Pisani, responsible of the municipality of Padua for the Garden of the Righteous, who started thinking, in November 1999, that the Garden of the Righteous in Padua could become a reality and who saw his dream come true, 9 years later. Prof. Pisani put everyone at ease, with his warm welcome.
On Saturday evening, we had dinner at Pontecorvo Restaurant: along the big table were sitting many personalities (or their relatives) you can find in books of history, such as Misha Wagner, son of Armin Wagner, the German Righteous who denounced, by his photos, the genocide of Armenians at the beginning of the century; Gunter Burger, councellor for Foreign Affairs in Fribourg, Germany, who was there to receive the prize on behalf of the Righteous Gertrud Luckner, who helped many Jews to leave Germany during Nazism...
(to be continued in the next episode)
President Peace Culture!
(English translation by Michela Moroni)
Dear friends,
last Sunday, October the 18th, myself, on behalf of the Association Peace Culture!, and Françoise Kankindi and Eric Wibabara (with their little son Alain) for the association Bene-Rwanda, we had the chance to participate to a very important and touching event, organized by the Garden of the Righteous Worldwide in Padua, a park created in 2008 in Padua, to honor people - the "Righteous" - who opposed themselves to genocides. (http://it.wikipedia.org/wiki/Giardino_dei_Giusti_del_Mondo)
Among the Righteous who received the prize this year, there was Zura Karuhimbi (our candidate to the Peace Nobel Prize 2010, together with Yolande Mukagasana and Pierantonio Costa) and Jacqueline Mukansonera, the woman who saved Yolande during the genocide in 1994. It was this year the second edition.
Since Saturday afternoon, we've been hosted by Prof. Giuliano Pisani, responsible of the municipality of Padua for the Garden of the Righteous, who started thinking, in November 1999, that the Garden of the Righteous in Padua could become a reality and who saw his dream come true, 9 years later. Prof. Pisani put everyone at ease, with his warm welcome.
On Saturday evening, we had dinner at Pontecorvo Restaurant: along the big table were sitting many personalities (or their relatives) you can find in books of history, such as Misha Wagner, son of Armin Wagner, the German Righteous who denounced, by his photos, the genocide of Armenians at the beginning of the century; Gunter Burger, councellor for Foreign Affairs in Fribourg, Germany, who was there to receive the prize on behalf of the Righteous Gertrud Luckner, who helped many Jews to leave Germany during Nazism...
(to be continued in the next episode)
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